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  • Italian Medical Research

Vaccinazione ed Educazione: dagli anni '50 a oggi

Premetto di non essere Medico. Sono invece molto interessato ai fenomeni sociali e a tutto quanto riguarda l’educazione degli adulti, che di questi fenomeni sociali e dei conseguenti cambiamenti ne sono parte in causa.

Per osservare un cambiamento, bisogna avere almeno due parametri. Misuro la pressione oggi, domani e dopodomani, magari dopo aver assunto un farmaco per l’ipertensione, e posso capire se ci sono cambiamenti. Con tutte le precauzioni del caso.

Il primo parametro di misurazione sono i miei ricordi d’infanzia. Nasco all’inizio degli anni '50, un altro mondo rispetto a oggi. Nei miei ricordi in tema di vaccinazioni ed educazione, ci sono immagini molto nitide.





Prima immagine: Sulla strada del ritorno verso casa dall’Oratorio, dove trascorro molti pomeriggi della mia vita di quel tempo, incrocio un bambino che cammina in modo meccanico, quasi a scatti. Le sue gambe sono ingabbiate in stecche di metallo che ne sorreggono l’andatura, una cosa comune al tempo, una visione che nessun bambino di oggi ha mai avuto. E forse neppure i suoi genitori.



Seconda immagine:  Scuola Elementare, forse seconda o terza non ricordo, una classe alla volta andiamo tutti in fila in infermeria per ricevere una zolletta di zucchero con sopra alcune gocce. Antipolio, così ci viene descritta. Sembriamo in fila per la comunione. In silenzio, nessuna lamentela, nessuna recriminazione, né da parte dei genitori, né tantomeno da parte di noi bambini, addestrati all’obbedienza e al rispetto assoluto dell’autorità e delle sue scelte. 



Terza immagine: nei primi anni della TV in Italia, il telegiornale ogni tanto mostra i progressi della scienza di allora, nei confronti delle malattie. Nella nostra famiglia la TV arriva abbastanza presto, 1957 o giù di lì. La cosa che più mi impressiona in quelle immagini in bianco e nero impresse nella memoria, è il “polmone d’acciaio”. Tant’è che ancora oggi quel termine evoca un sentimento strano di impressione, che mi fa contorcere le budella. Un aggeggio infernale che permette di respirare artificialmente alle persone affette da poliomielite con complicanze di tipo respiratorio.

Tant’è che ancora oggi quel termine evoca un sentimento strano di impressione, che mi fa contorcere le budella. Un aggeggio infernale che permette di respirare artificialmente alle persone affette da poliomielite con complicanze di tipo respiratorio.

I difetti dell'abbondanza

Negli anni ’50 i bambini erano obbedienti e gli adulti avevano una concezione del rapporto individuo-società che risentiva ancora di quanto avvenuto sino a pochi anni prima, la seconda guerra mondiale. Il contesto sociale veniva prima delle singole persone. Per la patria si moriva. Per lo sviluppo della scienza e la salvaguardia della vita sociale, tutti si vaccinavano. Anzi, lo desideravano ardentemente. Proprio come avviene ancora oggi per l’andare a Scuola, nelle nazioni in cui l’andare a Scuola è ancora un privilegio per pochi.

Poi viene il ’68, con tutte le sollecitazioni positive di maggiore partecipazione, libertà di scelta e autodeterminazione, allargamento della sfera di potere decisionale individuale, ma al tempo stesso con tutti i rischi e gli effetti deleteri che ciò comporta, e non solo per l’innalzamento dell’uso di droghe: LSD, allucinogeni, hashish, marjiuana, eroina, morfina, per citare quelle presenti all’epoca. E dal ’68 in poi, compreso il famoso “boom” economico degli anni ’60, hanno inizio di cosiddetti “difetti dell’abbondanza”.

Fateci caso, nella povertà non ci sono i “disturbi alimentari”. I disturbi alimentari nascono quando le persone possono permettersi di buttare il cibo. Quando la Scuola non c’è, le persone la desiderano.

Quando c’è per tutti la snobbano, la sentono come un peso. Nella possibilità di scelta le persone possono confondersi.  L’abbondanza ha parecchi difetti. Quando le malattie sembrano scomparse, non sono più visibili, sotto gli occhi di tutti, come quei bambini con le stecche d’acciaio alle gambe, le persone possono concedersi il lusso di rifiutare le vaccinazioni.

E torniamo per un momento al primo dei due temi, le vaccinazioni per poi riprendere il secondo, l’educazione.

Poco tempo fa ricevo una mail da una persona che mi invita a uno spettacolo teatrale così descritto: “Il decreto”, rappresentazione teatrale di giornalismo d’inchiesta, un’opera nata per informare e rivelare tutti i retroscena che hanno permesso l’approvazione del decreto Lorenzin e la conversione in legge di uno dei più inquietanti provvedimenti governativi della storia. Nella mail c’è un link che rimanda alla descrizione dello spettacolo teatrale. Voglio capire di cosa si tratta.

Leggo letteralmente dalla specifica presente nel sito: “Non è un’opera contro i vaccini, ma fa solamente luce in modo agghiacciante sui fatti che hanno portato alla promulgazione della legge 119”. E più oltre leggo inoltre: “Toccante da parte di David Gramiccioli il racconto di Serena, la bambina morta a causa dei vaccini e figlia di Patrizia Damico, una delle organizzatrici insieme a Vanessa Bellomo e Carla Pasquarelli. Ieri tra gli spettatori anche Francesca, ex campionessa di pallavolo costretta sulla sedia a rotelle a causa di un danno vaccinale”.

Ora, proviamo insieme a riflettere sulla differenza tra testa e pancia, tra emozioni e pensiero, e osserviamo le contraddizioni e le scorrettezze presenti in queste parole.

Sarebbe stato interessante se su quel palco, oltre alla toccante testimonianza di chi ha perso un figlio a causa dei vaccini, fosse presente una altrettanto toccante testimonianza di un genitore che ha perso la propria figlia per la impossibilità di essere vaccinata.

Il dolore è dolore per chiunque lo provi

Il dolore non può essere usato solo a senso unico per dimostrare la validità delle proprie tesi. Il dolore è dolore per chiunque lo provi, e non lo si può misurare, non si può confrontare e dire che uno è più grande dell’altro.

Ma questo è un altro cambiamento sociale. Negli anni ’50, il dolore rappresentato dalla perdita di un figlio, indipendentemente dalla causa della perdita, era confinato nella esperienza di vita, nella imponderabilità, nella possibilità. Un fatto di natura. A sostenere questo atteggiamento alla vita c’erano due pilastri, religione e filosofia, religione o filosofia.

Negli anni ’50 filosofia di vita e buon senso erano certamente più presenti di oggi. Così come la religione. Quando filosofia e religione scompaiono dalla vita delle persone, il dolore si trasforma in tragedia. Magari da rappresentare in uno spettacolo teatrale per renderla pubblica, non più intima e privata. Ecco un altro modo di snaturare la vita delle persone, un altro dei notevoli cambiamenti sociali, quello di mettere tutto nell’area pubblica, dal "Grande Fratello" a "C’è Posta per Te" e chi più ne ha più ne metta. Non esiste più la sfera intima.

Nel 1950 il dolore è parte della natura e della vita. Oggi non si può più morire. Oggi il dolore è tragedia. Da trasformare in manifestazione sindacale, da rendere spettacolo per impressionare chi è impressionabile, perché vulnerabile.

Ora, perché su quel palco non sono presenti entrambi i dolori? Perché quella scelta di parte, visto che di questo si tratta, che contrasta in modo deciso nei fatti, con il dichiarare nelle parole l’assenza di contrarietà alle vaccinazioni.

Perché non la presenza di entrambi i dolori?

Perché se fossero presenti le testimonianze di quei due genitori, entrambi con la perdita di una figlia, ma apparentemente per ragioni opposte, lo spettatore sarebbe confuso, rimarrebbe toccato da entrambe, e non potrebbe più trasformare l’esperienza emotiva in rivendicazione sindacale, in movimento di opinione contro qualcosa o qualcuno. Perché la presenza di una sola testimonianza di parte?

Questo è un altro cambiamento sociale, che ci aiuta a capire come oggi vengono fatte molte scelte. Oggi tutti cercano di parlare alla “pancia” delle persone. Lo fanno tutti i partiti definiti “populisti” in Europa. Lo fanno allo stesso modo i detrattori delle vaccinazioni. Fateci caso, osservate quanto avviene. E’ la stessa dinamica. Agire sulla paura, sull’emozione, sull’impressione.

I figli come unica font di investimento e nutrimento

Lo fanno e hanno effetto, fanno presa, perché le persone sono vulnerabili, ipersensibili al fattore emotivo. Le persone si spaventano, si impressionano, proprio su di un fattore diventato vitale ed esistenziale come la salute e la vita dei figli, in modo molto differente da quegli anni ’50. Il valore attribuito ai figli oggi, si è amplificato ed esasperato. I figli diventano l’unica fonte di investimento e l’unica fonte di nutrimento per i genitori. E quando in borsa si investe in un’unica azione, il rischio di perdere tutto ed entrare nella disperazione, diventa elevato.

Ma cerchiamo di utilizzare un linguaggio un po’ più scientifico. Non si tratta di parlare alla pancia, ma di rivolgersi alla amigdala, la parte del nostro cervello maggiormente deputata alla registrazione delle  emozioni. Questo il bersaglio privilegiato dai partiti populisti: amigdala. Questo il bersaglio o meglio il fattore motivazionale cui puntano gli antivax: amigdala.

Amigdala: un fattore di motivazione

Ed è la stessa dinamica dei venditori di aspirapolvere o materassi anallergici, che suonano al nostro citofono di casa. Ci terrorizzano con la faccenda dei milioni di acari che scorrono indisturbati sotto la nostra schiena mentre dormiamo tranquillamente 

Fateci caso: Con chi hanno vita facile i venditori di aspirapolveri o materassi anallergici? Con le persone vulnerabili, che temono gli acari, che hanno a cuore la propria salute, e per la propria salute o quella dei propri cari farebbero qualsiasi cosa, sarebbero disposti a tutto.

La propria salute prima di tutti. L’io prima di ogni altra cosa. Ecco l’ennesimo cambiamento sociale: negli anni '50 il sistema sociale, il NOI veniva prima delle persone. Oggi è l’IO ad essere prima di tutto.

Vedete, a 34 anni ho perso la mia prima moglie, morta per un tumore al collo dell’utero. 34 anni e 29 chili. Vi lascio immaginare. Per questo potrei essere uno degli sponsor più accaniti della vaccinazione contro il papilloma virus. Ma le scelte nella vita, non possono essere fatte sull’onda delle emozioni del momento. Non a caso si dice che non devi prendere decisioni in un momento di rabbia. Anche questo è un cambiamento sociale non indifferente. Oggi dominano le emozioni nelle scelte dei genitori, per cui i figli hanno assunto la definizione “Gli intoccabili”, intoccabili dai docenti, intoccabili da chiunque altra persona. I genitori di oggi sono viscerali e i figli vanno difesi da tutto e da tutti, anche a costo di ricorrere a vie legali, avvocati, liti furiose, sino ad arrivare ai fatti di cronaca sotto gli occhi di tutti, creare movimento di opinione contro.

E dall’altra parte tutti a giocare in difesa. I docenti, i Dirigenti Scolastici, i Medici, tutte le figure che un tempo avevano la fiducia e la stima incondizionata, ed ora devono difendersi da possibili denunce, malversazioni, botte.

Ma un sistema sociale che vive con qualcuno all’attacco e qualcun’altro in difesa, dove i figli sono l’oggetto del contendere, non mostra segni di buona salute.

Soprattutto vengono immediatamente rigettate le decisioni prese da altri, in particolare quelle che sembrano minacciare quel bene super prezioso, la salute dei figli. Soprattutto vengono rigettate le decisioni prese da altri che diventano regole, leggi. Perché oggi la legge ognuno la vuole decidere per sé. Il legittimo diritto ad una autodeterminazione che il 68 portava con sé, è degenerato in una deriva anarchica. Ognuno vuole essere la legge.

Ognuno vuole essere la legge

Ma come nascono le regole, per quale motivo vengono organizzate leggi che implicano l’obbligo da parte di tutti. In questo caso come nasce un decreto in tema di vaccinazioni, trattando il tema solo da un punto di vista educativo?

Come detto non sono né Medico, né legislatore, né affiliato a formazioni partitiche parte della decisione. Mi sono occupato da molti anni del deterioramento che nel nostro sistema sociale, ha vissuto il rapporto con le regole, ed ho scritto su questi diversi libri, con l’unico scopo, ancora una volta, di far riflettere le persone, offrire occasioni di pensiero.

Leggi: Area di Prescrizione

Le leggi che obbligano le persone a disciplinare i propri comportamenti, sono forme particolari di regole, appartenenti ad una area ben precisa che descrivo nei miei libri. Area di Prescrizione, così viene chiamata. Una regola e poi una legge nascono quando un valore che inizialmente è personale, si trasforma in sociale, cioè condiviso da molti se non da tutti.

La norma è la oggettivazione di un valore, così si dice in sociologia. Viene reso oggettivo, cioè valido per tutti, qualcosa che nasce come soggettivo e personale. La vita ha valore per molti, per tutti, e allora viene messa la legge: “Vietato uccidere”, e chi uccide, se viene scoperto e catturato, finisce in carcere. Ecco il repertorio prescrittivo, qualcosa che i bambini di oggi e i loro genitori non solo non conoscono, vista la scomparsa della Educazione Civica, ma osteggiano e controbattono. Una legge (Vietato uccidere), una possibile trasgressione (un omicidio), una sanzione (il carcere) applicata da tutti allo stesso modo, si spera.

Le leggi o le regole che rientrano nell’Area di Prescrizione, nascono principalmente per cautelare due bisogni, per gli esseri umani fondamentali: Sopravvivenza e Sicurezza. Se guardassimo la gerarchia dei bisogni ideata negli anni ’60 del secolo scorso da Abraham Maslow, capiremmo di essere agli stadi più bassi:

  1. Sopravvivenza

  2. Sicurezza

  3. Sociali/Affettivi

  4. Stima/Competenza

  5. Autorealizzazione

Per le altre tipologie di bisogno, in genere non ci sono leggi ma scelte, si entra in altre aree che qui è superfluo descrivere. Quindi una legge è giustificata dal bisogno che cerca di cautelare: sopravvivenza e sicurezza. Veniamo ora alle vaccinazioni.

Nel 2014, con la Scuola di Counselling IMR partecipiamo insieme a molte altre Scuole di Counselling importanti d’Italia, a un bando di concorso per attività di formazione per Pediatri e Operatori dei Servizi Vaccinali, da svolgere presso l’Azienda Sanitaria 1 di Trieste con tema “Il Counselling Vaccinale”. Il motivo di tale attività, svolta diversi anni prima del decreto Lorenzin, riguarda le preoccupazioni che l’ASL nutre, per il basso tasso di copertura vaccinale presente nella provincia di Trieste, il più basso d’Italia. L’attività prevista dal bando, che la IMR ha vinto per la competenza e professionalità che garantisce in tema di Counselling e di Counselling collegato alle vaccinazioni, vuole favorire l’apprendimento di competenze nella gestione di relazioni su questo tema, in particolare nei confronti delle persone refrattarie o indecise nella scelta. Lo scopo finale è possibilmente facilitare un aumento del tasso di copertura vaccinale.

Ma cosa significa “tasso di copertura” vaccinale sotto la soglia di sicurezza ?

Significa che qualcuno nel mondo, con l’avvallo della Comunità Scientifica Mondiale e della Organizzazione Mondiale della Sanità, ha studiato quanto avviene nei contesto sociali, ed ha ipotizzato che in alcune condizioni vi sia una “herd immunity”, cioè una immunità di gregge per la quale, superata una certa soglia in merito al tasso di copertura vaccinale, anche i bambini che per varie motivazioni non hanno possibilità di vaccinarsi, non rischiano di essere infettati, vengono protetti e coperti dal gregge, cioè dal contesto sociale e da tutti coloro che si vaccinano. La pecorella in mezzo al gregge è protetta anche se è fragile, anche se è appena nata.

Oggi i genitori si possono permettere il lusso di non far vaccinare i loro figli, solo perché tutti gli altri lo fanno. Se tutti i genitori si comportassero così, cioè rifiutassero le vaccinazioni, torneremmo in breve tempo a prima degli anni 50, quando sono nato io,  con bambini steccati e polmoni d’acciaio.

Herd Immunity: Immunità di Gregge

Ora, parlando alla nostra possibilità di pensiero, potremmo chiederci: “Ma come è nata l’idea della immunità di gregge? Come è possibile affermare con certezza questo fattore di protezione al raggiungimento di quelle percentuali così elevate, cioè 95%?”.

Dovremmo parlare di come si costruisce una “evidenza scientifica”, perché la nostra “Medicina Ufficiale”, è una medicina basata sulla evidenza scientifica, non sulle opinioni, non sulle emozioni. Ma messa così sembra un terreno di confronto improponibile, non si può confrontare la scienza con la fede, non si possono opporre motivazioni scientifiche a motivazioni emotivo affettive e viceversa. Possiamo però mettere a frutto la nostra capacità di pensare e riflettere, la nostra possibilità di non essere superficiali come tutti i popoli che inneggiavano alle dittature, in Italia come all’estero.

Costruire una evidenza scientifica è una cosa complessa, che richiede tempi biblici. Significa raccogliere una marea di informazioni che forniscano, non una certezza ma una elevata probabilità. Spiego meglio questo concetto.

In quel conteso formativo di Trieste, una partecipante è in contenzioso con la ASL per il fatto di aver negato la vaccinazione del proprio figlio ed aver ricevuto dalla ASL, una  minaccia di sanzione. Nel parlare di questo fatto, questa persona molto sensibile e per nulla ignorante visto il suo lavoro in questo specifico contesto, parla del fatto che nel momento della decisione,  mossa da fattori di possibili malattie autoimmuni, ha chiesto alla ASL una dichiarazione di “certezza” sulla assenza di complicanze a seguito della vaccinazione. La sua richiesta era più o meno di questo tipo: “Voi mi scrivete nero su bianco che mio figlio non avrà conseguenze, e io lo faccio vaccinare”.

Cos'è un'evidenza scientifica?

Purtroppo la medicina basata sulla evidenza si basa su elevate probabilità ma non su certezze assolute. Per questo motivo la ASL non poteva scrivere la dichiarazione desiderata e dare una risposta così certa alla domanda fatta, partendo da una aspettativa irrealistica della madre.

Ci sono più probabilità di conseguenze negative vaccinandosi oppure non vaccinandosi ?

Qui sta la scelta. Le probabilità di avere effetti negativi, sono di gran lunga inferiori nel fare le vaccinazioni, piuttosto che il contrario. Non è possibile neppure fare il paragone, tanto queste due percentuali sono distanti tra loro.

Ma quella mamma vuole la certezza assoluta, una garanzia che nessuno le può dare. Una garanzia che negli anni 50 nessuno chiedeva, ecco un altro cambiamento sociale, perché veniva messo in conto, filosoficamente parlando, che gli imprevisti fanno parte della vita, anche quelli più luttuosi e dolorosi.

Quando nella vita delle persone mancano filosofia e religione, quando mancano questi due fronti che fanno da sfondo alle vicende umane e ne organizzano significato e direzione, il dolore si trasforma in tragedia, e in strumento per vendere  aspirapolvere e materassi anallergici o creare movimenti d’opinione antivax.

Quel gruppo di Pediatri di Trieste, per cercare di dare un nome al loro desiderio di promuovere una informazione corretta, ricerca uno slogan nel quale riconoscersi, e ad un certo punto ecco l’idea: “Proteggi tuo figlio, proteggi la tua comunità”.

Perché in molti casi è solo la comunità che può proteggere i nostri figli.

La "comunità" protegge i nostri figli

Il fatto è che il pensiero della maggioranza dei genitori di oggi è più o meno simile a questo: “Ma io bado a mio figlio, cosa vuoi che me ne freghi di quelli degli altri? Ai figli degli altri ci badino loro, perché devo preoccuparmene io ?!”.

Ecco che i due contesti, vaccinazioni ed educazione si sovrappongono. 

Oggi il pensiero di comunità, il valore della comunità sembra non esistere più. Si ritrova anche sempre più con fatica, con la nazionale di calcio. E basta.

Tutti a badare solo ed esclusivamente ai propri interessi personali e particolari, salute compresa. Anzi quella sopra a tutto.

Ma a proposito di salute, vedete, la vita è talmente imprevedibile che, tra tutte le persone che vengono punte dagli insetti, qualcuna muore per schock anafilattico. Per tradurre su questo terreno quanto avviene sul fronte delle dinamiche vaccinali, dovremmo eliminare dalla faccia della terra tutti gli insetti, api comprese, per eliminare la possibilità che qualcuno ne muoia di quella puntura.  

Uccidiamo tutte le api e dopo qualche anno muore anche il genere umano. Questo dice la scienza, senza la possibilità di alludere a interessi da parte di Società Farmaceutiche nel voler mantenere in vita le api, perché le api rappresentano profitto.

La Medicina basata sulla evidenza è questione di probabilità, non certezza. E’ un calcolo di costi e benefici. Ma il calcolo di costi e benefici non lo si può fare sull’onda delle emozioni, la pancia ha la vista annebbiata, non ha serenità di giudizio.

Chi ha paura è manipolabile!

Quando si deteriorano i riferimenti di ogni tipo, come quelli educativi, le persone sono disorientate e vulnerabili, manipolabili. E chi ha paura è altamente manipolabile, da chiunque prometta sicurezza, garanzia. Per mettere in discussione questo tema, così come un decreto legge, non è sufficiente uno spettacolo teatrale, tantomeno la testimonianza di una madre che ha perso la figlia, con tutto il rispetto e la vicinanza che un dolore richiede.

Per mettere in discussione questo tema, sarebbe necessario fare un lavoro altrettanto improbo per dimostrare scientificamente che la immunità di gregge non è vera, che è una mera invenzione di qualche casa farmaceutica o di chi ne vuole sfruttare l’impatto, che è tutta una lobby, comunità scientifica mondiale e Organizzazione Mondiale della Sanità compresa. Le leggi, qualora inadatte, vanno cambiate, non violate. E va dimostrato il loro essere inadatte con lo stesso criterio con cui è stata dimostrata la loro validità. Il confronto può essere fatto solo con due parametri uguali. Mettere a confronto scienza e fede è stupido. Mettere a confronto ragione ed emozione è altrettanto stupido. Sono due fronti differenti e non paragonabili, sui quali non si può fare una disputa corretta, come direbbero nel seicento in merito ai duelli “ad armi pari”.

Anche nelle inchieste giornalistiche e nelle competizioni più aspre, proprio come i duelli con la pistola o con la spada, sarebbe interessante mantenere il principio di lealtà, che nel nostro caso corrisponde alla medesima scientificità con cui vengono costruite le proprie tesi. Chi utilizza altri mezzi, usa doping, sta dopando la relazione. E oggigiorno tutte le droghe in commercio operano sul fronte delle emozioni e sul cambiamento dello stato d’animo di chi ne fa uso.

Concludendo, come già detto lo scopo di queste parole è offrire una occasione di pensiero su diversi fronti: i difetti dell’abbondanza, i cambiamenti sociali, il rapporto con le regole e le leggi, la lealtà nella costruzione delle proprie opinioni e il confronto ad armi pari. Perché il nostro pensiero è l’unica arma in nostro possesso per attivare il senso critico, difenderci dai persuasori occulti di ogni tipo, leggere il retro pensiero che muove molte attività di propaganda.

Come diceva Renzo Arbore molti anni fa nella pubblicità televisiva di una birra: “Meditate gente, meditate”.


A cura di: Roberto Gilardi



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