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  • Italian Medical Research

“Emofilia: metodologie didattico-relazionali. Perché lo switch?”

Si è svolto il giorno 20 giugno presso l’UnaHotels Decò di Roma il terzo Seminario sull’Emofilia (rara malattia del sangue di origine genetica) e suoi approcci clinico-metodologici dal titolo “L’importanza della relazione medico-paziente: la paura del cambiamento” che è stato caratterizzato, come i precedenti tenuti a Milano e Bari, dall’impronta comunicativa del Counselling.

Presieduto e condotto dal Prof. Arigliani Raffaele, fra i maggiori esperti di Counselling in Italia , l’evento ha visto partecipare medici Ematologi specialisti dell’emofilia che, in un ambiente fin da subito positivo, hanno avuto la possibilità di un confronto e un aggiornamento reciproco attraverso momenti di “role play” e condivisione di esperienze avute con i pazienti  su come accompagnare allo switch terapeutico quei pazienti emofiliaci che ne hanno necessità sulla base dei parametri clinici e degli stili di vita.

Realizzare il cambiamento di terapia è spesso necessario ma non facile per malati cronici, abituati talora a routine non ottimali per preservare il miglior stato di salute ed evitare gravi complicanze. 

Per tutta la durata del convegno c’è stato un dialogo continuo fra i componenti della sala, i quali hanno poi testimoniato di aver molto apprezzato l’essersi sentiti parte attiva della giornata. Dai lavori è emerso come sia fondamentale che il medico specialista dell’Emofilia si impadronisca di tecniche comunicative e di counselling, tali da permettergli di essere, in modo sempre più efficace, al fianco del paziente e della sua famiglia, ottenendo il risultato di migliorare la prognosi di salute dei malati, aumentare la loro qualità di vita.

Il Prof. Arigliani ha sottolineato come anche l’empatia, (solitamente intesa come fattore innato), debba essere appresa e sviluppata e quanto sia sempre più necessario instaurare una vera relazione di partnership con il paziente e la famiglia.


A cura di: Simone Savoia

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